di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari
con Ermanna Montanari, Roberto Magnani, Alice Protto, Massimiliano Rassu
incursione scenica Fagio
musica Luigi Ceccarelli
scene e costumi Ermanna Montanari
assistente ai costumi Roberto Magnani
luci Francesco Catacchio, Enrico Isola
montaggio e elaborazione video Alessandro Tedde, Francesco Tedde
realizzazione suono Edisonstudio Roma
tecnico del suono Fagio
realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle Albe Fabio Ceroni, Enrico Isola, Danilo Maniscalco
realizzazione maschere Antonio Barbadoro
realizzazione costumi A.N.G.E.L.O., Laura Graziani Alta Moda
consulenza linguistica Naing Lin Aung
direzione tecnica Enrico Isola
promozione e organizzazione Marcella Nonni, Silvia Pagliano, Francesca Venturi
regia Marco Martinelli 

Teatro delle Albe – Ravenna Teatro
in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione

Durata 2h 30′

Prima assoluta

Dopo Pantani (Premio Ubu per la drammaturgia 2013), affresco intimo e politico sull’indimenticato campione del ciclismo, il Teatro delle Albe guarda a oriente per raccontare la vita di Aung San Suu Kyi, una vita passata per oltre 20 anni agli arresti domiciliari, sotto la dittatura militare che opprime la Birmania da più di mezzo secolo. La scrittura di Martinelli partirà dalla figura di questa donna mite e determinata, Nobel per la pace nel 1991, interpretata da Ermanna Montanari (premio Eleonora Duse 2013), per allargarsi a una riflessione sul mondo contemporaneo, alla necessità di cantare con gioia “la maestà della vita”, anche quando tutto attorno le nuvole nere incombono.

www.teatrodellealbe.com

 

Leggi l’estratto dell’intervista di Massimo Marino

Estratto dell’intervista di Massimo Marino

Come sarà Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi?
“Racconterà senza unità di tempo e di luogo cinquant’anni di vita birmana”, dice Martinelli, Premio Ubu per la drammaturgia 2013 con Pantani, “dal sacrificio del padre di Aung San Suu Kyi che orienta la sua vita, fino alle sue scelte, in tempi e luoghi differenti, tornando spesso a quella casa in cui la combattente per la pace è stata reclusa come una mistica, sola con il proprio inconscio, i propri sogni e fantasmi. Il lavoro si confronterà con lo scetticismo brechtiano che afferma che non si può essere buoni dove esiste la violenza e che è maledetta la terra che ha bisogno di eroi. Qui mettiamo in scena invece, lo scandalo della bontà. Se vogliamo cambiare il mondo, la bontà è un’eresia necessaria.” “Avrà un fantasma tutelare” aggiunge Ermanna Montanari, Premio Duse nel 2013, che in scena sarà Aung San Suu Kyi, “ovvero Rosa Luxemburg, che diceva che bisogna sforzarsi ogni giorno di rimanere umani. La vera eresia, nel senso originario di ‘scelta’, oggi non è abbandonarsi alla corrente della barbarie, della distruzione, dell’andazzo noioso, centenario del mondo. Eretico non è il buonismo o la bontà mielata della pubblicità: è chi sacrifica se stesso, chi fa della propria vita un tempo per gli altri e non solo per se’.”

(estratto dall’intervista di Massimo Marino sul Corriere di Bologna,17 agosto 2014)

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